Con l'introduzione, credo nel 2012, delle agevolazioni per le barche tradizionali per ottenere una concessione di ormeggio, si è sviluppato a dismisura a Venezia un fenomeno particolare, non del tutto sconosciuto in precedenza:
molte barche tradizionali sono state sacrificate allo scopo di conquistare la concessione da persone senza scrupoli che le hanno acquistate per pochi soldi per poi abbandonarle letteralmente a sé stesse sul luogo della concessione, salvo andare periodicamente a svuotarle dopo abbondanti piogge.
Questo supplizio dura il tempo necessario per far scadere il vincolo che secondo le nuove regole vieta la sostituzione del natante per i primi anni (credo 5). Scaduto questo termine si può sostituire la barca con una di qualsiasi altro tipo.
Va da sé che chi segue questa strada mira ad una barca che non gode delle agevolazioni e dunque, di solito, un motoscafo in plastica. Il risultato, dopo i primi 5 anni di apparente efficacia del regolamento, è che molte di quelle concessioni vengono convertite per ospitare barche non tradizionali e che di tutte quelle barche che hanno subito quel lungo supplizio, pochissime sono ancora recuperabili (e magari ricadono nel girone di un nuovo bando di assegnazione).

Per fortuna non è sempre così e qualche volta i concessionari sono mossi da un genuino desiderio di possedere una barchetta a remi tradizionale solo che poi magari scoprono di non avere il tempo per occuparsene. Questo sembrava proprio il caso della barchetta di cui parlerò in questa "fotocronaca" del suo recupero:
Sandoletto s'ciopòn