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Chiunque voglia cimentarsi a sistemare barche, prima o poi dovrà fare i conti con le delicate operazioni di varo e alaggio. Se è vero da un lato che in questo la tecnologia ha reso le cose più semplici con le gru elettriche, è anche vero che ha spinto Venezia a rinunciare alle aree destinate in origine ad arrangiarsi da sé sfruttando l'aiuto delle maree e con la poca forza delle braccia. Così dopo millenni di prezioso servizio, molte rive basse, digradanti, sono state eliminate edificandoci sopra e relegando le barche alle aree tecnologiche attrezzate che però offrono i loro servizi solo a pagamento. Fortunatamente a san giuliano le diverse associazioni nautiche possono contare su tre gru ma ricordo quando ero ragazzo che c'erano anche due "scivoli" dove chiunque si poteva arrangiare per tirarsi su la barca e sistemarsela. Uno scivolo era accanto ad una montagna di scoasse portate quotidianamente con le barche da Venezia per poi essere smaltite in qualche modo. Nel mio laboratoio sfrutto molto le maree. La mia soglia si trova ad una quota di 95cm slmm sicché ho poche occasioni per alare le barche a forza di braccia. Con l'aiuto di un argano a fune passante da lavori boschivi però riesco agevolmente a tirar in secco una barca come questa anche con maree di 70cm slmm, molto più frequenti. Questo tipo di argano è piccolo e leggero, facilmente trasportabile e si può agganciare ad un semplice paletto piantato al suolo.